Degradazione del miofilamento e disfunzione dei cardiomiociti nella malattia di Fabry
La precoce individuazione della disfunzione miocardica nella malattia di Fabry ha evidenziato alterazioni strutturali dei miofilamenti.
Un totale di 6 pazienti di sesso maschile con cardiomiopatia associata a malattia di Fabry, sono stati sottoposti a diversi esami cardiologici, tra cui il Doppler tissutale ( TDI ) e biopsia endomiocardica ventricolare sinistra.
E’ stato riscontrato che la tensione attiva era 4 volte più bassa nei cardiomiociti dei pazienti con malattia di Fabry, ed era correlata al grado di miofibrillolisi.
Nella malattia di Fabry, la tensione a riposo era 6 volte più alta nei cardiomiociti.
Il trattamento con protein-chinasi A ( PKA ) ha prodotto una riduzione della tensione a riposo, ma non ha avuto effetto sulla forza attiva.
L’analisi proteica ha evidenziato prodotti di degradazione della troponina I e della desmina.
I cardiomiociti nei pazienti con malattia di Fabry erano significativamente più grandi e pieni di glicosfingolipidi.
Lo stato fibrotico è risultato leggermente aumentato, rispetto ai controlli.
Le velocità di allungamento e di accorciamento al Doppler tissutale erano ridotte nei cardiomiociti dei pazienti con malattia di Fabry, rispetto ai controlli, in correlazione alla tensione a riposo e alla tensione attiva, ma non alla superficie del cardiomiocita, alla percentuale degli glicosfingolipidi, o al grado di fibrosi.
In conclusione, lo studio ha mostrato che la degradazione del miofilamento e la disfunzione dei cardiomiociti contribuiscono alla cardiomiopatia nei pazienti con malattia di Fabry.
La potenziale reversione dell’alta tensione a riposo dopo trattamento farmacologico con PKA sta ad indicare che la terapia di sostituzione enzimatica e/o i farmaci rilascianti l’energia potrebbero produrre benefici. ( Xagena2008 )
Chimenti C et al, Am J Pathol 2008; 172: 1482-1490
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