Lojuxta nel trattamento dei pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote
Lojuxta ( Lomitapide ) è indicato come adiuvante di una dieta a basso tenore di grassi e di altri medicinali ipolipemizzanti con o senza aferesi delle lipoproteine a bassa densità ( LDL ) nei pazienti adulti affetti da ipercolesterolemia familiare omozigote ( HoFH ).
Quando possibile, deve essere ottenuta una conferma genetica di ipercolesterolemia familiare omozigote. È necessario escludere altre forme di iperlipoproteinemia e cause secondarie di ipercolesterolemia ( ad es. sindrome nefrosica, ipotiroidismo ).
Lomitapide è un inibitore selettivo della proteina microsomiale di trasporto dei trigliceridi ( MTP ), una proteina intracellulare di trasporto dei lipidi che si trova nel lume del reticolo endoplasmatico ed è responsabile del legame e del movimento di molecole singole di lipidi attraverso le membrane. L’MTP svolge un ruolo nell’assemblaggio dell’apo B contenente lipoproteine nel fegato e nell’intestino.
L’inibizione dell’MTP riduce la secrezione di lipoproteine e le concentrazioni circolanti di lipidi trasportati da lipoproteine, inclusi colesterolo e trigliceridi.
Uno studio in aperto a braccio singolo ( UP1002/AEGR-733-005 ) ha valutato l’efficacia e la sicurezza di Lomitapide co-somministrato con una dieta a basso contenuto di grassi e altre terapie ipolipemizzanti nei pazienti adulti affetti da ipercolesterolemia familiare omozigote.
Ai pazienti è stato chiesto di seguire una dieta a basso contenuto di grassi ( inferiore a 20% di calorie derivanti da grassi ) e di mantenere le terapie ipolipemizzanti che assumevano all’ingresso nello studio, inclusa l’aferesi se applicabile, da 6 settimane prima del basale fino alla settimana 26.
La dose di Lomitapide è stata aumentata da 5 mg alla dose massima tollerata di 60 mg determinata per i singoli pazienti.
Dopo la settimana 26, i pazienti hanno continuato ad assumere Lomitapide per determinare gli effetti del trattamento a lungo termine ed è stato loro consentito di cambiare la terapia ipolipemizzante di fondo.
Lo studio ha coperto un totale di 78 settimane di trattamento.
Sono stati arruolati 29 pazienti, 23 dei quali hanno completato lo studio alla settimana 78. Sono stati inclusi 16 maschi ( 55% ) e 13 femmine ( 45% ), con un’età media di 30.7 anni e un intervallo compreso tra 18 e 55 anni.
La dose media di Lomitapide era di 45 mg alla settimana 26 e di 40 mg alla settimana 78.
Alla settimana 26, la variazione media percentuale di colesterolo LDL dal basale era pari a -40% ( p inferiore a 0.001 ) nella popolazione intent-to-treat ( ITT ).
In entrambe le settimane 26 e 78 vi sono state riduzioni significative di colesterolo LDL, colesterolo totale, apolipoproteina B, trigliceridi, colesterolo non-HDL, colesterolo VLDL e le variazioni del colesterolo HDL hanno mostrato un andamento verso il basso alla settimana 26 mentre sono tornate ai valori basali alla settimana 78.
L’effetto della Lomitapide sulla morbilità e sulla mortalità cardiovascolare non è stato determinato.
Al basale, il 93% dei pazienti assumeva una statina, il 76% Ezetimibe, il 10% Niacina, il 3% un sequestrante degli acidi biliari e il 62% riceveva aferesi.
Quindici pazienti su 23 ( 65% ) hanno ridotto il proprio trattamento ipolipemizzante entro la settimana 78, incluse riduzioni / interruzioni programmate e non-programmate.
L’aferesi è stata interrotta in 3 pazienti su 13 che la stavano effettuando alla settimana 26 e la frequenza è stata ridotta in 3 pazienti pur mantenendo livelli bassi di colesterolo LDL alla settimana 78.
Il beneficio clinico delle riduzioni della terapia ipolipemizzante di fondo, inclusa l’aferesi, non è certo.
Dei 23 pazienti che hanno completato la settimana 26 di trattamento, 19 ( 83% ) hanno avuto riduzioni maggiori o uguali al 25% del colesterolo LDL, per 8 dei quali ( 35% ) il colesterolo LDL è sceso sotto i 100 mg/dL e per 1 sotto i 70 mg/dL.
In questo studio, 10 pazienti hanno presentato aumenti dell’AST e/o dell’ALT maggiore di 3 x ULN.
Gli aumenti di ALT e/o AST maggiore di 5x ULN sono stati gestiti con una riduzione della dose o una sospensione temporanea della somministrazione di Lomitapide e tutti i pazienti sono stati in grado di continuare il trattamento con il farmaco in studio.
Non è stato osservato alcun aumento clinicamente significativo della bilirubina totale o della fosfatasi alcalina. Il grasso epatico è stato misurato in modo prospettico mediante MRS in tutti i pazienti idonei durante lo studio clinico.
I dati dei soggetti sui cui sono state ripetute le misurazioni dopo aver interrotto l’assunzione di Lomitapide hanno mostrato che l’accumulo di grasso epatico è reversibile ma non è noto se restino sequele istologiche. ( Xagena2016 )
Fonte: EMA, 2016
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